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Quale futuro nel Lazio per le persone fragili, incontinenti e stomizzate

Quale futuro nel Lazio per le persone fragili, incontinenti e stomizzate

Nella Sala Tevere della Regione Lazio il 20 gennaio abbiamo partecipato come AIMAR al primo convegno FINCOOP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico) Lazio dal titolo La Convenzione ONU sulle persone con disabilità, LEA e PDTA, quale futuro nella Regione Lazio per le Persone disabili, fragili, incontinenti e stomizzate. Il neo segretario di FINCOOP Lazio Francesco Paolo Dho ha coordinato  l’incontro, durato ben 5 ore, in cui si sono susseguiti relatori istituzionali, medici, informatori sanitari, infermieri, fisioterapisti.

“L’incontinenza colpisce in Italia 5 milioni di persone, il 60% delle quali sono donne- ha dichiarato  Francesco Diomede, Presidente Nazionale FINCOOP- ed oltre ai comprensibili disagi fisici comporta depressione, isolamento sociale a moltissime persone, che tutte insieme rappresenterebbero il primo partito del nostro Paese .La Regione Lazio ha recepito l’Accordo della Conferenza Stato Regioni del 2018, attivando il Tavolo di Lavoro sull’Incontinenza, ma non ha reso operativa la proposta del Tavolo stesso, attivando i Centri di Primo, Secondo, Terzo Livello e altro ancora. Tutto ciò è incomprensibile”. Come lo è l’assenza a questo convegno della Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, che era stata invitata nella persona della direttrice Lorella Lombardozzi, dell’Area farmaci e dispositivi medici e il Presidente Diomede ha espresso la sua profonda amarezza per la mancanza di considerazione per una categoria che nel solo Lazio annumera ben 400.000 persone.

Se Vincenzo Falabella, Presidente Nazionale FISH-FAIP (Fed.It.Sup.Handicap/Fed.Ass.Oi.Paratetraplegici) si è soffermato sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ricordando che è un dovere del nostro Paese far vivere meglio le persone che hanno una disabilità, la presidente dell’AISTOM Marcella Maretta ha sottolineato l’assurdità delle gare regionali al ribasso dei pannoloni, espedienti che portano a scelte di pessima qualità. Il professor Enrico Finazzi Agrò (urologia università di Tor Vergata) coordinatore del Tavolo Incontinenza Lazio, parlando di incontinenza urinaria, ha ricordato come ne soffrano il 20-30% delle donne e il 5-6% degli uomini. Il ciò comporta una spesa di mezzo miliardo di pannoloni. Nonostante lo stop del Tavolo, Agrò ha annunciato che si sta lavorando ad un registro regionale dedicato all’incontinenza. Al professor Carlo Ratto (proctologia Policlinico Gemelli, università Cattolica di Roma) è toccato ricordare che l’1-2% della popolazione soffre di incontinenza fecale (“ma è un dato sottostimato”): “A differenza di chi ha una incontinenza urinaria, in un certo senso più accettata dalla comunità- ha detto Ratto- il senso di vergogna porta chi  soffre di incontinenza fecale  (e noi di AIMAR sappiamo bene quanto siano vere le sue parole n.d.r,) all’isolamento fino alla perdita di ogni contatto sociale. Le istituzioni devono aiutare i cittadini che hanno questo problema e dialogare con le aziende per abbattere i costi elevati dei device ad alta tecnologia”. Claudio Pilati, direttore dell’Unità Spinale CTO Alesini di Roma e Giulio Baffigo, neurourologo  hanno parlato, tra l’altro, della gestione della vescica neurologica, del cateterismo transuretrale, di quello sovra pubico e di quello intermittente, esaminando i problemi sessuali (di erezione, eiaculazione e orgasmo) dei pazienti spinali. Marzio Angelo Zullo, responsabile chirurgia del pavimento pelvico e proctologia università Campus Biomedico di Roma, si è poi occupato di dispositivi medici complessi per il trattamento dell’incontinenza neurogena e non neurogena, sottolineando come le criticità della Regione Lazio hanno portato ad una migrazione sanitaria dei pazienti. Infine Fernanda Gellona, direttore generale Confindustria dispositivi medici, ha messo l’accento sul problema dei medici sottopagati rilevando come la pandemia ci abbia fatto capire che quando non c’è la salute non c’è nemmeno l’economia e che se le persone vengono assistite bene costano meno alla società.

Come ha ricordato Francesco Paolo Dho (che ha colto l’occasione per raccontare la sua odissea clinica, un vero e proprio caso di malasanità) obiettivo principale del convegno, colto a nostro avviso, è stato quello di porre le basi per poter conseguire un’alleanza terapeutica trasversale fra cittadini, pazienti, associazioni, istituzioni, professionisti della salute, strutture riabilitative, aziende sanitarie e aziende di settore per poter attivare “senza barriere” le migliori pratiche dei percorsi riabilitativi.

Nella foto da sinistra: Marcella Marletta, Francesco Diomede, Enrico Finazzi Agrò, Francesco Paolo Dho e Vincenzo Falabella